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’Caro Sindaco, parliamo di biblioteche’, di Antonella Agnoli. In libreria (e in biblioteca).

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Antonella Agnoli è l’autrice di "Caro Sindaco, parliamo di biblioteche",una riflessione che mette le biblioteche al centro della crescita culturale e del welfare, e come punto di inizio per una rinascita sociale e culturale delle città italiane.

Come l’acqua, le biblioteche sono un indispensabile bene comune che Google non può sostituire. Una società civile ne ha bisogno perché nella crisi sono una risorsa per i cittadini, in particolare quelli più deboli, meno capaci di usare le tecnologie, in difficoltà con il lavoro. Sempre, esse sono una diga contro l’imbarbarimento, un’indispensabile infrastruttura democratica. Questo è il motivo per cui tutti i grandi paesi continuano a costruirne e se ne aprono molte perfino nell’Italia che non legge. Il libro di Antonella Agnoli spiega come si può fare, anche in tempi di tagli di bilanci.

È una lunga lettera ai sindaci delle città e dei paesi italiani il nuovo libro di Antonella Agnoli, già autrice di un saggio sull’utilità delle biblioteche al tempo di Internet, Le piazze del sapere. Biblioteche e libertà, edito per Laterza. L’idea era quella di una biblioteca di nuova concezione, dove i cittadini si possano incontrare stabilendo relazioni sia intellettuali sia affettive: le ‘piazze del sapere’ appunto. Ripensare gli spazi urbani, sottrarli alla commercializzazione, farne luoghi di incontro, di scambio, di azione collettiva. La biblioteca pubblica, a lungo ignorata dalla politica e oggi minacciata da internet nel suo ruolo informativo, può diventare un territorio aperto a gruppi e associazioni, un centro di riflessione e di condivisione dei saperi, il nodo centrale di una rete con altre istituzioni culturali. In un Paese sempre più ignorante, che rischia di restare ai margini dell’economia della conoscenza, la biblioteca pubblica deve diventare parte di un progetto di rinascita dell’Italia, un luogo di libertà e di creatività per ogni cittadino. In questo nuovo saggio, la Agnoli rivendica l’esigenza di creare luoghi che stimolino il rinnovamento culturale, la volontà di incontrarsi e di fare cose insieme. Cio’ che conta e’ che la biblioteca sviluppi i suoi servizi in base ai bisogni del suo contesto geografico e sociale. La biblioteca puo’ davvero diventare un microcosmo da analizzare e da cui attingere dati sugli stili di vita, bisogni e benessere di una comunita’. Secondo la Agnoli non ci sono ricette vincenti, formule definite per far vivere le biblioteche: ci vogliono solo politici lungimiranti e sensibili che considerino la biblioteca un bene comune e insostituibile e bibliotecari capaci di reinventare e riqualificare il proprio ruolo e la propria professione.

Antonella Agnoli fa parte del cda dell’Istituzione biblioteche di Bologna, ha diretto la biblioteca di Spinea (Venezia) e concepito la biblioteca San Giovanni di Pesaro, di cui è stata direttore scientifico fino al 2008. Lavora con architetti ed enti locali per la progettazione di spazi e servizi e per la formazione del personale. Ha pubblicato, oltre a saggi in volumi e riviste scientifiche, La biblioteca per ragazzi (Associazione italiana biblioteche, 1999) e Le piazze del sapere. Biblioteche e libertà (Laterza) risultato di trent’anni di lavoro e di riflessione sugli spazi pubblici. Caro sindaco, parliamo di biblioteche è stato pubblicato da l’Editrice Bibliografica (pp. 140, e 12).