Sanita’, 500 rappresentanti delle professioni sanitarie a Roma
Ha partecipato all’importante evento anche una delegazione della FP CGIL di Cagliari. Cgil Cisl Uil a ministro Lorenzin: “Prendiamo per impegni le dichiarazioni su confronto, risorse e contratto, ma sulle professioni bisogna fare molto di più”
Mercoledi 29 Giugno 2016
Sanita’, 500 rappresentanti delle professioni sanitarie a  Roma
“Prendiamo per impegni le dichiarazioni del ministro sull’apertura di un confronto vero con tutte le rappresentanze dei lavoratori della Sanità, sugli investimenti per migliorare i percorsi di cura e sulle risorse che mancano per rinnovare i contratti di lavoro del pubblico impiego. Ma sulla valorizzazione delle competenze bisogna fare molto di più”. Così Serena Sorrentino, Giovanni Faverin e Giovanni Torluccio – segretari generali di Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl – al termine dell’intervento del ministro della Salute Beatrice Lorenzin alla grande iniziativa delle professioni sanitarie che si è tenuta il 28 giugno 2016 a Roma.

Oltre 500 rappresentanti dei 650mila professionisti della sanità che fanno capo alle Federazioni degli infermieri, delle ostetriche, dei tecnici di radiologia e del Conaps, il coordinamento nazionale di tutte le professioni regolamentate ma ancora non ordinate in Ordini e Collegi, si sono date infatti appuntamento a Roma, chiamate a raccolta dalle federazioni di categoria di Cgil Cisl Uil, per definire la strada della crescita delle competenze per la qualità del lavoro in sanità, e per presentare le proposte delle rappresentanze sindacali e professionali.

Sindacati confederali e organismi professionali insieme perché la riorganizzazione del sistema sanitario non può prescindere dal coinvolgimento di chi lavora ogni giorno per garantire cura e assistenza sul territorio: “Serve innovazione organizzativa e professionale. Vogliamo aprire una grande stagione di coprogettazione dei servizi e dei percorsi di salute. Dobbiamo ridisegnare un sistema sanitario che, dopo la stagione dei tagli lineari e con i contratti di lavoro ancora bloccati, non è più in linea con i nuovi bisogni di salute delle persone e delle comunità. Bisogna puntare sugli investimenti, sul riconoscimento e sulla crescita delle competenze delle professioni sanitarie”, hanno affermato Cgil Cisl e Uil.

Quattordici le proposte presentate oggi al ministro e ai rappresentanti delle regioni: mettere a punto un modello organizzativo che abbia il proprio baricentro nel territorio; prevedere la reale integrazione ospedale-territorio in un modello di continuità assistenziale; implementare le competenze specialistiche per le professioni sanitarie; prevedere standard unici minimi obbligatori, sia professionali che organizzativi, per tutto il territorio nazionale; realizzare indicatori di risultato sia per l’ambito ospedaliero che per quello territoriale; definire le professioni sanitarie e sociosanitarie a livello nazionale, secondo i criteri uniformi fissati dalla comunità europea; ridefinire le competenze e le responsabilità dell’operatore socio-sanitario istituendo realmente un unico percorso di formazione sull’intero territorio nazionale; aprire il confronto con le organizzazioni sindacali, oltre a quello già in essere con le rappresentanze professionali, sulla quantificazione dei fabbisogni di personale per tutte le professioni; progettare corsi universitari di base e post-universitari delle professioni sanitarie con il coinvolgimento del Servizio sanitario nazionale, delle regioni e delle aziende sanitarie e non solo dell’Università; coinvolgere i professionisti sanitari nell’organizzazione dei corsi universitari anche per quanto riguarda la titolarità di docenza, coordinamento e direzione; stabilire diritto all’educazione medica continua (ECM) per tutti i lavoratori e a spese del datore di lavoro, quale che sia il ruolo ricoperto e /o il tipo di contratto di lavoro applicato; prevedere permessi retribuiti per formazione universitaria ed ECM anche ai precari; poter acquisire crediti ECM in ambito universitario, con il rilascio di crediti CFU; sbloccare definitivamente la riforma degli ordini per valorizzare e garantire la professionalità.

“Su questi punti vogliamo un confronto di merito con Governo e Regioni”, hanno concluso Sorrentino, Faverin e Torluccio, “E al ministro Lorenzin chiediamo più coraggio. Se come ha detto oggi l’investimento nelle professionalità è priorità del governo, lo dimostri subito: porti a termine il percorso di implementazione delle competenze, già avviati per infermieri e tecnici-radiologi, e scommetta sull’innovazione. A partire dal rinnovo dei contratti di lavoro”.