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Un elogio della sanita’ a Cuba

Un elogio della sanita’ a Cuba

Mentre il mondo si divide nel giudizio su Fidel Castro, esaltato o demonizzato a seconda delle appartenze e dei punti di visione, il nostro compagno Michele Panebianco riflette sulla sanita’ a Cuba, invitandoci ad una maggiore adesione alla realta’ delle cose.

Lunedi 05 Dicembre 2016
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Fidel Castro è morto, ma a Cuba vive un ottimo modello sanitario, orientato principalmente alla medicina del territorio, una sanità distribuita, vicina ai cittadini, e non orientata all’ospedale come unico risolutore ed erogatore delle prestazioni sanitarie... Insomma un modello che anche in occidente, con la complicità delle difficoltà economiche e della enorme complessità e bassa sostenibilità dell’attuale assetto, si sta incominciando ad apprezzare: nei fatti un modello di sanità territoriale, decentrata, non ospedalo-centrica, più efficiente, meno costosa, più vicina alla vera esigenza di salute della gente...

In alcune regioni italiane, specie Emilia e Toscana ma non soltanto, si sta cercando di avvicinare la sanità pubblica alla gente nei luoghi in cui vive, ed in modalità più vicine alla propria realtà culturale, economica, sociale... ne sono esempio iniziative quali l’infermiere di comunità, il ritorno al parto in casa con l’assistenza ostetrica a domicilio, la continuità assistenziale degli anziani, dei malati cronici, dei disabili, in contesti decentrati, non negli ospedali o cronicari, con investimenti nella medicina territoriale legata al socio-sanitario; un modello distrettuale e meno burocratizzato, diciamo "a misura d’uomo"

In altre regioni italiane prevale e permane un modello che pone l’ospedale quale principale erogatore di prestazioni, sia in termini qualitativi che quantitativi, a dispetto di tutte le dichiarazioni di principio delineate dalle leggi 833, 502, 517, ecc. ecc.

In alcune nazioni occidentali, fra cui gli Stati Uniti, si sacrifica la popolazione svantaggiata economicamente sull’altare di una sostenibilità economica della sanità che fa prevalere logiche di esclusivo profitto e "di mercato"; anche nella Gran Bretagna del primo sistema sanitario universalistico al mondo, sempre in nome della sostenibilità economica e del mercato, si sta operando una stretta sui più deboli: anziani, cronici, disoccupati, tossicodipendenti...

Al di là dei luoghi comuni e delle più varie opinioni, la sanità cubana ha goduto e gode tuttora di buona fama, specie fra tutte le altre popolazioni latino-americane (e non solo) che si sono rivolte con fiducia alle prestazioni erogate a Cuba, prestazioni impossibili ed inesistenti nelle proprie Nazioni; va inoltre sottolineato l’importante fenomeno di "esportazione" di medici cubani in molte altre nazioni limitrofe e meno vicine, a dimostrazione che oltre alle politiche sanitarie di prossimità, territoriali, a Cuba si è formata una classe medica e delle altre professioni sanitarie di assoluta eccellenza, anche nei loro ospedali, pur meno sfavillanti di quelli occidentali.

A riguardo si sono periodicamente scatenate posizioni ideologiche, talvolta preconcette, a favore del modello cubano in modo incondizionato, oltre naturalmente le simmetricamente e diametralmente opposte posizioni.

L’articolo (in due parti) di cui ci permettiamo di suggerire la lettura (più in basso ne trovate i relativi link) è stato scritto nel 2013, quindi non c’è il sospetto che sia in qualche modo "celebrativo" del leader recentemente scomparso; riteniamo, comunque, di grande valore documentale il lavoro di divulgazione e spiegazione del sistema formativo e sanitario cubano, con tutti i suoi pregi ed i suoi difetti, anche perchè il lavoro non è ideologico ma molto documentato e con criteri scientifici, ad opera della prestigiosa Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa:

http://www.saluteinternazionale.info/2013/02/salute-e-sanita-a-cuba-i-parte/

http://www.saluteinternazionale.info/2013/02/salute-e-sanita-a-cuba-parte-ii/

Michele Panebianco