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Sanità: proclamato lo stato di agitazione

Sanità: proclamato lo stato di agitazione

La riforma delle Asl in Sardegna apre una fase di rischi per i lavoratori, le professioni e le loro tutele. Parte la mobilitazione pensando anche alla tenuta dei servizi nei territori.

Giovedi 04 Agosto 2016
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Il mancato confronto sulla riforma delle Asl, mostra i suoi frutti avvelenati nel testo della norma votata, con solo due giorni di dibattito istituzionale. Sorvolando sulla questione delle sedi, che ha distratto dal merito della tenuta dei servizi e la tutela del lavoro, la norma presenta alcuni articoli pericolosi e dannosi per le migliaia di lavoratori della sanità sarda. Una norma che parte dalla coda delle cose da fare e non aggredisce le criticità della sanità sarda, con uno schema che vedrà sicuramente crescere i costi e non il contrario come era stato annunciato.
A differenza di altre regioni che hanno prodotto norme avanzate, con il confronto sindacale e la partecipazione concreta e diffusa, la Sardegna sceglie di tornare indietro, pericolosamente indietro in termini di diritti e tutele.
Si proclama lo stato di agitazione e a breve partiranno nuove mobilitazioni e forme di protesta, pensando non solo ai lavoratori, mortificati e per niente protagonisti della riforma, ma anche alla tenuta dei servizi nei territori. Già in questi giorni si stanno verificando chiusure di strutture di eccellenza e di valore in vari territori e questo è il preludio a qualcosa che potrà solo peggiorare.
Una riforma così negativa era nell’aria, ma così penalizzante è davvero incredibile.

FP CGIL (Nino Cois)
FP CISL (Davide Paderi)
UIL FPL (Fulvia Murru)

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