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CGIL e FP CGIL della Sardegna sul riordino della rete ospedaliera

CGIL e FP CGIL della Sardegna sul riordino della rete ospedaliera

Di seguito e in allegato il documento sul riordino della rete ospedaliera della regione sarda emesso dalla CGIL confederale e dalla FP-CGIL della Sardegna il 10 settembre u.s., a seguito del confronto avviato il 9 settembre con l’Assessore regionale alla Sanità.

Lunedi 14 Settembre 2015
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L’impostazione della proposta di riordino della rete dei servizi sanitari appare ispirata al miglioramento qualitativo delle prestazioni e degli strumenti di accesso ai servizi secondo principi di diffusione nel territorio, efficienza, razionalizzazione e specializzazione crescente, in altre parole il potenziamento della medicina nel territorio e la deospedalizzazione.  Secondo Cgil confederale e Fp regionale, se l’impianto complessivo appare condivisibile, è anche suscettibile di miglioramenti che possono avvenire attraverso quel confronto con parti sociali e istituzioni locali che va ben strutturato, territorio per territorio, e riassunto a livello regionale dove è opportuna l’istituzione, insieme alle organizzazioni sindacali, di uno specifico osservatorio che  monitori la realizzazione del piano e ne sappia gestire al meglio le ricadute occupazionali, che in questo quadro possono e devono essere positive.

E’ assolutamente fondamentale la partecipazione e condivisione da parte del personale, al quale vengono attribuiti compiti, responsabilità, possibilità di valorizzazione innovative che, proprio per questo, richiedono il massimo grado di coinvolgimento nelle scelte di programmazione e di gestione dei servizi.

La Cgil e la Fp sottolineano che il cronoprogramma di attuazione dell’impianto complessivo deve vedere la contestualità dei processi di riorganizzazione della rete e di riqualificazione dei servizi, per evitare che restino in campo tagli e dismissioni e non si sviluppi tutto il resto, richiesta su cui l’assessore ha espresso rassicurazioni verbali.

 

L’idea di fondo che il sindacato apprezza è quella dell’integrazione dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali che si organizzano nel territorio regionale in collaborazione tra le comunità locali - nelle loro espressioni istituzionali e sociali - e i responsabili dei pubblici servizi, con l’obiettivo di una maggiore efficienza della macchina con una razionalizzazione della spesa, al fine di migliorare l’offerta ai cittadini. Le stesse strutture private accreditate e convenzionate sono collocate in una posizione sussidiaria e integrativa del complessivo servizio pubblico. Ma proprio per questo diventa essenziale anche predisporre e conoscere sia l’aggiornamento del Piano sanitario, sia il nuovo Piano socio-assistenziale, la sua dotazione di risorse e presidi pubblici intorno ai quali costruire la complessiva rete dei servizi locali.

Di fondamentale importanza è poi lo sblocco dei finanziamenti per le opere di edilizia sanitaria, per l’ammodernamento delle strutture e della logistica, funzionali sia alla piena realizzazione del piano sia all’apertura di importanti cantieri occupazionali.

Cgil e Fp rivendicano la disponibilità a correggere le eventuali previsioni negative e integrare le proposte migliorative che verranno avanzate nell’indispensabile percorso di confronto con istituzioni locali e forze sociali, territorio per territorio. Bisogna infatti puntare a un efficace riequilibrio delle dotazioni soprattutto a vantaggio dei territori dove sono più carenti, a cui deve rispondere il criterio della specializzazione crescente. In tal senso è bene che l’ampliamento delle alte specializzazioni non si concentri solo nei due poli di Sassari e Cagliari, ma si integri, in termini non competitivi, con strutture di eccellenza in altri territori. Così si profila anche un quadro utile al riassetto delle Asl.

Resta dunque aperto il confronto per il sindacato, che nei prossimi giorni riassumerà in un documento più articolato le proprie considerazioni sulla proposta.

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