Chi siamo
Settori
Servizi agli iscritti
Iniziative
Formazione sindacale
Monitoraggio appalti
Nei posti di lavoro
Formazione continua
Web Cgil
Politiche di genere
Previdenza
Campagna RSU 2018
I contratti
immigrazione
Documenti
Links utili
Archivi
No al lavoro nero negli uffici giudiziari

No al lavoro nero negli uffici giudiziari

Venerdì 17, dalle ore 09:00 alle 12:00, un sit davanti al Palazo di Giustizia a Cagliari ed in altre città italiane richiamerà l’attenzione sulla situazione dei lavoratori di fatto impiegati in nero presso gli uffici delle Amministrazioni giudiziarie.

Giovedi 16 Aprile 2015
Condividi con:
Condividi su Twitter Condividi su Diggita Condividi su Technorati Condividi su My Space Condividi su Digg Condividi su Google Bookmarks Invia a un amico Stampa Ti piace
375
Non ti piace
403

Dopo le numerose iniziative della FP CGIL con l’Unione Precari Giustizia sia a livello nazionale che locale continua la vertenza dei 2650 tirocinanti, cassintegrati e lavoratori in mobilità, di cui 60 solo in Sardegna,  che saranno in piazza davanti al Palazzo di Giustizia il 17 Aprile, in contemporanea con altre città per sensibilizzare stampa e opinione pubblica sulla vicenda.

I tirocinanti sardi sono distribuiti presso i Tribunali Ordinari di Cagliari e Oristano, il Tribunale per i Minorenni di Cagliari, l’ufficio del Giudice di Pace di Oristano, i Tribunali di Sorveglianza e l’Ufficio NEP.

 

Allo stato attuale i precari che hanno prestato servizio negli uffici giudiziari proseguono il loro tirocinio di perfezionamento per ulteriori 70 ore da terminare entro il 30 Aprile 2015; si è ancora in attesa di capire dove siano finiti gli stanziamenti residui di cui alla finanziaria 2014, prorogati nel 2015,  che dovrebbero finanziare le ultime 40 ore.

 

L’esperienza lavorativa dei tirocinanti è iniziata nel 2010 quando il Tribunale e la Provincia di Roma hanno firmato una convenzione per attivare tirocini presso gli uffici giudiziari nel Lazio.

Sull’esempio di questa iniziativa con le amministrazioni giudiziarie, le Provincie e le Regioni di Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Campania, Calabria, Abruzzo, Marche, Sardegna, Umbria, Basilicata, Molise, Sicilia e Puglia, al fine di garantire la prosecuzione delle attività giudiziarie, hanno replicato questo progetto per tamponare le croniche carenze d’organico, che ad oggi sono pari a circa 9 mila unità su tutto il territorio nazionale, con punte di scoperture del 50% presso i Tribunali di Tempio Pausania, Cagliari, Oristano e Nuoro.

In questi anni i tirocinanti sono stati inseriti pienamente nel ciclo lavorativo e hanno affiancato, a tutti gli effetti, il personale interno come più volte riconosciuto dai Presidenti dei Tribunali, dai Procuratori e dal Primo Presidente della Corte di Cassazione.

 

Le precedenti esperienze vennero predisposte con convenzioni di natura regionale e provinciale con l’utilizzo di fondi europei mentre le successive ore, dal 2013, da quando la titolarità fu affidata al Ministero della Giustizia, vennero finanziate con apposito emendamento della legge di stabilità 228/12 all’articolo 1 comma 25 e la 147/13 all’1 comma 344 che garantì la prosecuzione della formazione di questi lavoratori definendo il completamento del percorso formativo.

 

Durante la presentazione delle Linee guida della Riforma della Giustizia, il Ministro Orlando ha chiarito alcuni punti nodali del progetto: tra questi vi è la grave carenza di personale e gli interventi per la definizione dell’arretrato in materia di processo civile.

Questa è l’occasione utile affinché i tirocinanti formati vengano utilizzati per dare un contributo fattivo al progetto di smaltimento come hanno già fatto fin ora con i tirocini, ma questa volta attribuendogli una giusta collocazione contrattuale che gli riconosca lo status di lavoratori.

Si può individuare all’interno dell’ufficio per il processo, norma nella quale è previsto l’utilizzo di questo personale, un percorso virtuoso che porti a una contrattualizzazione nel rispetto delle norme del pubblico impiego, dando così dignità a chi sino ad oggi ha lavorato nell’invisibilità contrattuale  e fornendo una “task force” formata e selezionata per un progetto di smaltimento dell’arretrato che rientrerebbe anche in una politica di crescita e di rilancio dell’occupazione come il paese richiede.

Photogallery